LIBRI LUOGHI SCRITTORI: “PASSU DU VENTU” di G. Pistone, G. Porro, A. Salvaneschi

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Tanti sono i personaggi che affollano questo romanzo, “quelli della Canonica”, sette amici che hanno trasformato una ex Canonica in casa di vacanza, il Maresciallo Paragorio con l’appuntato Marchioro e Cinzia, ex moglie di Lorenzo Grattapaglia, artista solitario. Ma fra tante persone che animano la storia, il vero protagonista è il vento, a cominciare dal titolo “Passu du Ventu”. Non è quindi casuale la citazione di Antonio Tabucchi a chiusura del libro: “Pensò ai venti della vita, perché ci sono venti che accompagnano la vita”. Così, partendo dalla descrizione della dolce brezza del ponentino, passando per libeccio, maestrale, scirocco, grecale e tramontana, si sviluppa l’indagine che deve far luce sulla scomparsa di Lorenzo Grattapaglia e sulle misteriose morti del padre e del nonno, avvenute tutte nello stesso giorno a distanza di 26 anni l’una dall’altra.

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Gli autori ci spiegano com’è nata l’idea di questo romanzo:

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«Quattro anni fa, esattamente il 1° aprile 2021 abbiamo affittato la canonica di Voze, una grande casa sulla piazza della chiesa di questo paese sopra Noli. Sette amici, tutti tra i sessanta ed i settanta, per provare o meglio sperimentare una vita assieme, come diciamo con la giusta ironia, un prodromo della mitica “villa Arzilla”. L’esperimento sta andando molto bene e in questi anni abbiamo scoperto la bellezza dell’entroterra ligure e la particolarità degli abitanti e dei luoghi di socialità ancora molto vissuti ed “intriganti”. Ci piaceva raccontare tutto questo. Il giallo e’ stato il genere letterario che ci ha permesso di raccontarlo rendendo protagonista anche la nostra esperienza di convivenza».

Passu du Ventu” è un luogo sulla strada interna fra Noli e Finale Ligure (SV) ed è anche il nome di un bar-ristorante realmente esistente. Incuriositi chiediamo che cosa rappresenta per gli autori.

«Il Passu e’ una trattoria-bar-alimentari-tabacchi, vero centro della vita vozzese, e non solo. Prima circolo dove si mangiava e si ballava, ora esercizio commerciale ma di quelli di una volta, come ce  n’erano in ogni paese. Al Passu si respira un’aria antica come se il tempo si fosse fermato. Si parla di orti, di frutta, di legna per la stufa, di caccia e soprattutto si bevono dei bei gotti di giancu locale. Si incontra di tutto, dall’anziano pensionato che arriva nel cortile con l’apecar per bersi un bicchiere dopo aver lavorato nell’orto, al muratore rumeno, al foresto bauscia milanese con villa tra Noli e Voze. Insomma un simpatico porto di mare in campagna … in mezzo alla tramontana. Dopo una giornata passata a vedere scorrere quest’umanità ci siamo detti che dovevamo in qualche modo raccontare tutto questo ed e’ nata l’idea del libro».

Scrivere un romanzo a “sei mani” è operazione complicata.

 «Come vi siete organizzati?» domandiamo.

«Ci siamo divisi i compiti. Uno si occupava della storia gialla e dei dialoghi, l’altro della descrizione dei luoghi, dei racconti relativi al mare e delle ambientazioni, e il terzo delle riflessioni del protagonista. Questo in linea di massima, poi vi sono state piu’ giornate di confronto, si sono modificate alcune parti che sembravano convincere meno, tutto e’ scivolato via con molto divertimento e poche discussioni».

Il prossimo appuntamento di “Libri, luoghi, scrittori” sarà con Fiorenza Pistocchi e il suo romanzo “Il tocco del piccolo angelo”. Precedenti numeri di questa rubrica sono disponibili sulla pagina

 (https://www.facebook.com/profile.php?id=100093354199417 )

In collaborazione con Neos Edizioni: http://www.neosedizioni.it

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