di Maria Antonella Pratali.
4^ e ultima puntata – L’Eritrea oggi

La percezione che gli eritrei hanno di noi italiani, nonostante il passato coloniale e i crimini che lo hanno segnato, è sorprendentemente positiva. Non sono solo i più anziani a guardarci con simpatia: anche le generazioni più giovani ci accolgono con calore.

Se ti rivolgi a loro in inglese, è facile che ti rispondano in italiano. Se provi a ringraziare in tigrino, (yekenyeley) ti rispondono “ghenzebka”, ma traducono subito: “prego”, sempre con un sorriso aperto.
Persino i burberi impiegati dell’ufficio immigrazione, deputati a controllare i passaporti e i visti necessari, alzano gli occhi dalla foto e ti sussurrano, sorridendo: “come stai?”
Come spiegare questa benevolenza nei nostri confronti, nonostante la dura segregazione razziale che l’Italia impose durante il colonialismo?
Forse la ferocia esercitata da Menghistu e dai suoi soldati a partire dal 1974 (anno in cui rovesciarono Hailé Selassié), fino al 1991, hanno indotto gli eritrei a pensare che si stava meglio sotto i “Talian”, “che almeno hanno costruito strade e acquedotti”? La domanda rimane aperta.
A proposito della sanguinaria dittatura di Menghistu, nota sotto il nome di Derg, per chi vuole saperne di più vale la pena leggere il romanzo di Daniel Wedi Korbaria, “Mother Eritrea”, Ed. La Vela, Viareggio 2019.
Oggi l’Eritrea è governata da Isaias Afwerki, presidente dal 1993, anno dell’indipendenza dall’Etiopia. Non ci sono libere elezioni, né media indipendenti.
Per uno sguardo ancor più ravvicinato su un’Eritrea inedita o poco conosciuta, ecco il link di un breve filmato andato in onda su RAI3 il 15 luglio 2025 alle 23.15.
Sanzioni
Dal 2009 al 2018 l’Eritrea, sospettata di appoggiare gruppi islamisti di Al-Shabaab in Somalia, si è vista imporre dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite un embargo sulle armi, sanzioni finanziarie e restrizioni di viaggio, monitoraggio su tutte le attività economiche statali sospette ecc.
Nel 2018 le sanzioni ONU sono state revocate grazie all’accordo di pace con l’Etiopia e al calo di minacce regionali.
Attualmente l’Eritrea è sotto osservazione per “violazioni gravi dei diritti umani”; è soggetta a sanzioni individuali da parte di USA e UE, che compromettono gravemente l’economia già debole. Il proprietario di un negozio di ricambi per auto e macchinari industriali, ad esempio, ci racconta di come la sua attività sia stata fortemente penalizzata dalle sanzioni, che hanno reso l’approvvigionamento lungo, costoso e tortuoso, con l’effetto di far lievitare i prezzi al punto da ridurre di molto il numero di acquirenti. Le sanzioni tuttora in corso comportano, ad esempio, restrizione di aiuti economici, sospensione degli aiuti diretti, inserimento in liste speciali a causa di “violazione dei diritti umani e mancanza di libertà religiosa”.
Con questa quarta e ultima puntata ci congediamo da tutti voi che ci avete seguito fin qui, con gratitudine per l’interesse e l’attenzione che ci avete dimostrato.
Se vorrete, ci rivedremo con un nuovo diario di viaggio in un’altra parte di questo nostro piccolo, vasto mondo.
Maria Antonella Pratali


