Il ritorno in campo dell’ex ministro Comino con il Partito Popolare del Nord in Piemonte

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di Massimo Iaretti

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Domenico Comino, già ministro del Governo Berlusconi Uno  e deputato per tre legislature torna in campo nell’ambito autonomista e federalista dopo un lungo periodo lontano dalla politica, passione che non lo ha mai abbandonato. E lo fa con il Partito Popolare del Nord

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Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per un’intervista breve ma ricca di contenuti ed anticipazioni.

Comino perché questo ritorno ?

Lo chiede la gente e c’è il bisogno di una forza politica che porti avanti le istanze del territorio e del Nord, come il Partito Popolare del Nord.

E’ un rientro nell’agone politico dopo un periodo di tempo molto lungo …

Sono stato espulso dalla Lega nel 1999: avevo chiesto di rimettere in gioco il partito con un’alleanza strategica con Forza Italia. Per tutta risposta venni espulso però dopo pochi mesi Bossi fece l’alleanza con Berlusconi. Poi ci fu il tentativo dell’Ape.

Che spessore ha il Partito Popolare del Nord in Piemonte ?

Va coniugato il Drapò con una grande prospettiva di crescita e di identità territoriale, anche su un’area vasta. Abbiamo ottenuto di poter mettere nel simbolo del PPN quello del Piemonte.

Quando e quale sarà la prima uscita del Partito Popolare del Nord in Piemonte ?

Sarà un convegno a Cuneo, probabilmente a ottobre, al quale parteciperanno anche delegazioni da altre regioni e tra i relatori è previsto Roberto Castelli, segretario federale del Partito Popolare del Nord, oltre che un padre storico dell’autonomia piemontese come Roberto Gremmo.

E la Lega ?

La Lega Nord non esiste più e la Lega Salvini Premier è un partito personalistico che non ha niente a che vedere con il passato. Oggi c’è una tendenza a creare partiti personalistici che occorre contrastare

Ci indica 3 priorità che il PPN individua per il Piemonte ?

La lotta all’isolamento territoriale sotto l’aspetto dei trasporti, la sanità che deve tornare ad avere un sistema di efficienza, la riscoperta dei valori culturali quali la lingua e la storia.

E il centralismo ?

C’è un doppio problema di centralismo: da un lato c’è quello romano-meridionalista, dall’altro c’è quello del torinocentrismo nei confronti di territorio come Cuneo, il VCO o Alessandria per citarne soltanto alcuni.  In Consiglio regionale è necessaria una legge elettorale che consenta una rappresentanza territoriale maggiormente equilibrata dei territori e non così sbilanciata su Torino e Città Metropolitana come avviene attualmente.

Dove colloca il Partito Popolare del Nord ?

Solitamente gli autonomisti sono al centro non affetti da contrasti ideologici. Le nostre idee hanno un contenuto pre-ideologico, per questo l’autonomismo e il federalismo fanno paura.

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