CINEMA.VENEZIA82 –  OVAZIONI ALLA MOSTRA PER KIM NOVAK E DWAYNE JOHNSON 

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La Mostra giorno per giorno – 6

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La donna che visse due volte (titolo originale Vertigo) non è solo il titolo del capolavoro di Hitchcock ma anche il destino della sua interprete, Kim Novak, che a 92 anni di età e dopo 40 anni   lontano dal set torna a vivere un momento di gloria ricevendo a Venezia il Leone d’oro alla carriera.  Il suo discorso, che ha preceduto il documentario di Alexandre Philippe “Kim Novak’s Vertigo”, è stato accolto con otto minuti di applausi: «Sento che uno dei motivi per cui sono qui – ha dichiarato l’attrice – è per ispirare le persone, per far capire che la loro libertà conta, che le loro vite contano, i loro diritti contano (…) dobbiamo fare tutto il possibile per salvare le nostre democrazie. (…) Non possiamo permettere che vada tutto perso». 

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Lunga standing ovation è stata riservata anche a Dwayne Johnson, protagonista di The Smashing Machine, commosso davanti al caloroso applauso del pubblico. In questo film l’attore americano,  famoso per pellicole d’azione come Fast and Furious, esce dagli schemi in cui era relegato in passato, imposti dal suo fisico modellato dalla carriera di wrestler. Nell’interpretare il lottatore Mark Kerr, figura leggendaria delle arti marziali miste, il regista Benny Safdie gli ha dato l’opportunità di dare al suo personaggio maggiore profondità, di raccontarne anche le fragilità. «Questo non è un film sulla lotta o sull’MMA; quello era solo ciò che faceva Mark. Questa è una storia d’amore e sull’amore che lui provava per ciò che faceva (…) è una storia d’amore tra Mark e Dawn. – ha affermato l’attore – Mi sono trasformato, era quello che volevo. Ho avuto una grande carriera, ma dentro di me sentivo di volere anche altro. E poi c’era Emily. Un’amica fin da quando abbiamo lavorato in Jungle Cruise». Al suo fianco, nella parte di Dawn, è infatti presente Emily Blunt. Il film sarà distribuito in Italia dal 19 novembre al cinema.

Divisivo invece il secondo film in concorso The Testament of Ann Lee della regista Mona Fastvold. Un’opera definita estrema e di non facile visione dalla critica. Siamo nel ‘700 e Ann Lee diventa leader di una setta di quaccheri in un periodo di persecuzioni religiose. La formula del musical che la regia sceglie per portare sullo schermo la sua storia aggiunge complessità a una figura non facile da raccontare, a una trama non sempre lineare. La setta degli “Shaker”, come venivano chiamati gli adepti, affrontava le proprie sofferenze attraverso canti, balli e gesti ripetitivi che il film riprende adottando musiche adatte a veicolare l’atmosfera di ossessione e di fanatismo religioso. Un’opera che non sembra andare al di là della ricerca del puro impatto visivo.

Fuori concorso un’opera italiana, Il Maestro, porta sullo schermo un’ennesima prova d’attore di Pierfrancesco Favino ( https://italiasara.it/2025/09/02/cinema-venezia82-fuori-concorso-il-maestro-il-racconto-di-una-sconfitta-che-diventa-rinascita/ ) per raccontare, come afferma il regista Andrea Di Stefano «il dolore della crescita, la potenza dell’insegnamento e la bellezza dei legami umani». 

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