Ci sono romanzi che aiutano a capire meglio di qualunque saggio il punto di vista degli altri, ad esempio il disagio di chi improvvisamente avverte il peso di una vita troppo programmata e troppo prevedibile per esser goduta, una vita senza una scintilla dalla quale evadere a qualunque costo.
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Partire, andare, lasciarsi alle spalle tutto: un lavoro sicuro in banca, una casa, un affetto, una famiglia che ti vuole bene, gli amici di sempre. Cose che per mille persone danno senso alla vita e che per altre mille sono un sogno da realizzare, per qualcuno possono diventare le sbarre di una prigione soffocante. E allora? Partire. Per dove? Non importa. Partire per sentirsi vivi quando alzarti per andare al lavoro ti fa star male e l’aver vicino qualcuno che ti ama non è sufficiente per colmare il vuoto che senti dentro.
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Se si vuol capire il desiderio di fuga di molte persone, la scelta di quei giovani che preferiscono l’avventura alla “comfort zone” creata dai genitori, ecco che torna utile leggere il romanzo “Ultima notte a Bali” di Gianluca Gotto.
Il protagonista, Luca, è un giovane che improvvisamente si rende conto di non essere felice, non gli dà alcuna gioia il presente che vive, né il futuro che ha davanti. Nel vedersi sprofondare in una deriva fatta di ansia e crisi di panico arriva alla conclusione che se per lui esiste una “chance” per cambiare qualcosa allora vale la pena di giocarsela, costi quel che costi. Non esiste generazione che non abbia provato attrazione per storie come questa, talvolta uguali a se stesse, talvolta rese più attuali dal contesto, da qualche sfumatura. Qui la storia prende spunto dall’esperienza personale dell’autore e diventa romanzo.
È infatti lo stesso Gianluca Gotto, nato a Torino nel 1990, ad affermare nel suo blog «Ho sempre sentito che il mio posto al mondo fosse altrove. Così a vent’anni ho deciso di partire per cercare la mia strada». Gotto ha viaggiato in Austrialia, Canada, Asia e oggi gira il mondo scrivendo articoli e libri. Il romanzo “Come una notte a Bali” (2019) segue “Le coordinate della felicità” (2018) in cui racconta la sua storia, due libri definiti “un manifesto generazionale per chi sogna una vita libera”. Il suo blog “Mangia Vivi Viaggia”, dove condivide esperienze di vita e di crescita interiore, è molto seguito e la sua partecipazione ad eventi fa registrare il tutto esaurito.
“Come una notte a Bali” è una lettura che insegna qualcosa a chi rimane e non comprende, a coloro che si sentono traditi da parenti o amici che hanno fatto scelte così radicali. Quelli che invece vorrebbero cambiare, che lascerebbero volentieri tutto per sperimentare l’avventura, troveranno in Luca un personaggio con cui identificarsi, uno che ci prova, che cerca e che alla fine trova. Nell’Epilogo è proprio a questi lettori che l’autore si rivolge scrivendo “Se non ti piace il luogo in cui vivi, vai da un’altra parte! Le radici sono nella tua testa, tu non sei un albero”.