ASMARA E OLTRE: istruzioni per sorprendersi (15/23)

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Tempo di lettura:2 Minuti, 21 Secondi

di Maria Antonella Pratali

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Quindicesima puntata – 14 maggio – Gurgussum, etnia Rashaida, umani e altri animal

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Alle 6 del mattino, come concordato, G. passa a svegliarci. In realtà sono sveglia da un po’, infilo il costume, afferro maschera e boccaglio e raggiungo i miei compagni di viaggio. 
La sabbia è fresca, ci inoltriamo nelle acque basse del Mar Rosso, che il sole non ha ancora fatto in tempo ad arroventare. Camminiamo fino a raggiungere un po’ di profondità, e iniziamo a fare snorkeling. Purtroppo l’acqua è stranamente torbida, riusciamo a individuare solo pochi pesci. G. è meravigliato di questa anomalia, ci ha sempre raccontato delle acque cristalline di Gurgussum e della quantità di pesci colorati che ha sempre visto e fotografato. Dopo un’oretta in acqua, andiamo a sciacquarci e a preparare i bagagli per il check-out.
Al bar, sorseggiando un rovente caffè americano, osserviamo i dromedari dei Rashaida, un’etnia di nomadi musulmani che vivono di pastorizia e commerci.  Mentre i dromedari masticano il loro fieno, accovacciati in spiaggia in attesa di essere cavalcati da qualche turista, si avvicinano a noi i proprietari, un bambino e il fratello più grande, entrambi vestiti con tuniche di cotone candido, lineamenti raffinati e denti bianchissimi. Ci offrono oggetti del loro artigianato: collane di conchiglie, portachiavi, tessuti. 
Conclusa la compra-vendita, G. ci racconta un episodio da lui vissuto anni fa. Un vecchio Rashaida gli presenta una ragazzina sui tredici anni interamente velata, sua figlia. Dal niqab spuntano solo gli occhi, enormi e verdissimi. “Ero in trattativa con uno sceicco, che mi voleva dare un sacco di soldi, ma poi non ha concluso l’accordo, e ora è rimasta a me. Prendila tu!” – “No, grazie”, dice G. sorridendo sotto i baffi, “sono sposato”. – “E che vuol dire? Hai una moglie sola?”. Il vecchio è costernato. “Prenditi anche questa, no? 5.000 Euro soltanto! È un affare!”. G. prova a spiegare garbatamente che in Italia non si usa. Il vecchio Rashaida, dopo qualche insistenza, deve infine rassegnarsi, con un’espressione di grande commiserazione. 
I Rashaida non si considerano eritrei, sebbene il governo li obblighi ad andare a scuola, nel tentativo di assimilarli. Come già detto, la formazione e l’istruzione sono molto importanti in Eritrea. Lo stesso vecchio gli confidò di avere due gemelli maschi e che, per farla in barba allo Stato, ne aveva dichiarato uno solo, così da mandarli a scuola a periodi alterni e avere sempre due braccia in più a disposizione. 
Verso la tarda mattinata, infiliamo i bagagli in auto e ci avviamo verso l’altopiano. Confesso che non vedo l’ora di riassaporare il fresco e le atmosfere di Asmara.
Ci fermiamo per il pranzo a Gahtielay, in una trattoria frequentata perlopiù da camionisti, garanzia che si mangia bene.

(Continua. Si torna verso l’altopiano. Incontri umani e non)

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