di Maria Antonella Pratali

Diciassettesima puntata – 15 maggio – Acquisti e nuovi incontri ad Asmara

L’ultimo giorno è dedicato agli acquisti. Ci aggiriamo tra i banchi del mercato all’aperto, che sorge non lontano dalla chiesa ortodossa. C’è l’imbarazzo della scelta: contenitori in terracotta per cucinare lo shirò, caffettiere (ah, il loro rito del caffè!), incensieri e incenso, cesti in fibre vegetali locali, come erbe palustri e foglie di palma, capi di abbigliamento.
Un negozietto di fronte al mercato vende esclusivamente “netzelà”, i veli bianchi in cotone candido usati dalle donne eritree per coprire il capo e le spalle. È gestito da una giovane coppia, lui è alla macchina da cucire, lei serve i clienti. Con grande pazienza mi mostra tutti i tipi di netzelà, dai più grandi ai più piccoli, da quelli semplici a quelli con fasce decorate. Da noi possono benissimo essere utilizzati come sciarpe o stole, a seconda della grandezza. Come rinunciare?
Mentre continuiamo il nostro giro, veniamo accostati da due ragazze con tesserino di riconoscimento dell’università di Asmara: si rivolgono a noi in inglese, ci chiedono se vogliamo rispondere a un questionario approntato dall’università; si tratta di domande a risposta multipla, tese a migliorare, implementare e pubblicizzare l’artigianato locale. Ci prestiamo volentieri, tanto più che l’incontro è piacevole e non ci impegna che per pochi minuti. Quando consegniamo i questionari completati, ci ringraziano calorosamente e ci chiedono di fare un selfie con noi, prima di accomiatarsi con un “ciao” e grandi sorrisi.
Siamo pronti per andare alla cooperativa delle donne protestanti, quelle che producono lo shirò e il berberé migliori di tutta Asmara. Facciamo provviste e, completato lo shopping, andiamo a casa di G. per il pranzo.
È il nostro ultimo giorno in Eritrea, uno dei viaggi più interessanti della mia vita, dove ho imparato tante cose. Non ultima, il fatto che per conoscere il mondo non ci si può affidare ai racconti altrui, per quanto autorevoli siano o possano sembrare. Occorre uscire dal proprio quartiere, svestirsi dei pregiudizi e fidarsi di ciò che si annusa, si percepisce e si vede.
(Continua. Check in all’aeroporto di Asmara, a notte fonda. Ultimi incontri in Eritrea)


