AL CINEMA PER VOI. “FANTASMA DI GUERRA, di Agustin Díaz Yanes 

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Tempo di lettura:2 Minuti, 11 Secondi

di Maria Antonella Pratali

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Chi si ricorda dell’ETA? 
Per comprendere il film, è necessario tenere presente il contesto in cui si muove. Il lungometraggio non si riferisce all’ “Electronic Travel Authorization”, l’attuale permesso digitale obbligatorio per entrare nel Regno Unito, ma a un movimento terroristico fondato in Spagna nel 1959, durante la dittatura franchista, e autore di numerosissimi attentati, omicidi politici e sequestri. L’Euskadi Ta Askatasuna (Paese Basco e libertà) uccise 853 persone e ne ferì oltre 2500, fino al suo definitivo scioglimento nel 2018. L’azione più celebre risale al 1973, con l’omicidio dell’ammiraglio Luis Carrero Blanco, militare a capo del governo e successore designato del dittatore Francisco Franco.
La trama si svolge nella storia recente della Spagna, segnata dal conflitto fra Stato e ETA. Negli anni ’80 e ’90, quando è ambientata la vicenda, la guerra sotterranea tra ETA e Guardia Civil raggiunge il suo apice e lo Stato ricorre a strategie di infiltrazione e intelligence per individuare e annientare le cellule terroristiche.
In questo scenario di tensione e doppia vita si inserisce la vicenda di Amaia, giovane agente che per oltre dieci anni vive tra i terroristi, spacciandosi per una di loro.
Il film mostra il peso morale e psicologico di una guerra civile non dichiarata, dove il confine tra giusto e sbagliato si fa ambiguo. Il regista, già noto per i lungometraggi “Nessuno parlerà di noi” (1995) e “Oro” (2017), illustra il contesto storico e l’organizzazione terroristica attraverso gli occhi e le vicende di una giovane donna che sceglie di vivere sul filo del rasoio, rinunciando alla sua vita privata per una giusta causa. Susana Abaitua interpreta magistralmente il personaggio di Amaia, rendendo con piccoli gesti, un tremore, uno sguardo l’ansia e il peso di un pericolo sempre in agguato, mentre le inquadrature ravvicinate, gli ambienti e le luci fredde riflettono la malinconia della clandestinità. Ne risulta un thriller psicologico più che di azione. La tensione non si scioglie mai in sparatorie o attentati, salvo le immagini mostrate dai documenti originali inseriti nel film, ma nella costante sensazione di precarietà in cui è immersa la protagonista.
Le scene più forti sono dunque non quelle di violenza, ma quelle del silenzio, in cui un movimento sbagliato significherebbe la morte.  Iraia Elias e Raúl Arévalo interpretano realisticamente e mai in modo caricaturale membri dell’ETA mossi da convinzioni ideologiche, che il film non giudica, ma osserva con distacco.
Non ci sono eroi e cattivi, solo persone intrappolate nel loro ruolo e nel peso della Storia. Il film è disponibile sulla piattaforma Netflix dal 17 ottobre scorso.

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