Valenzani votate l’Oratorio San Bartolomeo luogo del cuore FAI !!!!

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A metà gennaio 2025 è stata ufficializzata la candidatura dell’Oratorio di San Bartolomeo
di Valenza tra “I Luoghi del Cuore” FAI.
Da oltre vent’anni il FAI – Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con Intesa Sanpaolo,
promuovono la più grande iniziativa di mappatura popolare del patrimonio culturale italiano
attraverso il censimento “I Luoghi del Cuore”.
Il progetto ha come obiettivo quello di sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sul valore del
patrimonio culturale, storico-artistico e naturale italiano per preservarlo per le future
generazioni.
Fino al 10 aprile 2025 sarà possibile votare e sostenere l’Oratorio di San Bartolomeo come
luogo più amato della città. Si potrà votare online sul sito www.iluoghidelcuore.it, oppure
scrivendo sul motore di ricerca “fai i luoghi del cuore”. In città sono stati individuati alcuni
punti di raccolta firme per sostenere la candidatura presso il Centro Comunale di
Cultura/Biblioteca civica, Palazzo Pellizzari presso l’Ufficio Messi, Farmacia Comunale e
Ufficio Anagrafe.
L’Oratorio di San Bartolomeo, il più antico edificio di Valenza, è stato in passato cornice di
alcuni eventi e iniziative espositive di rilievo nazionale quali le mostre “Le tempere, gli
acquerelli e i disegni – Da Bistolfi a Pistoletto, Cremona Paulucci”, a cura di Marisa
Vescovo, parte della rassegna diffusa sul territorio alessandrino “’900: Cento anni di
creatività in Piemonte”, e l’esposizione “Giò Pomodoro il percorso di uno scultore 1954-
2001”, a cura di Giuliana Godio, in cui lo spazio neogotico dell’Oratorio ha dialogato con
quarantacinque gioielli scultura del maestro marchigiano.
Inoltre, in occasione delle due edizioni della Notte dell’Arte, l’Oratorio di San Bartolomeo
ha ospitato la performance “Aurore notturne” con l’installazione di Danilo Seregni e la
partecipazione di Vietata Riproduzione e “Catherine and Bartholomew, the players”,
installazione sinestetica di Licia Pagano.
L’Oratorio di San Bartolomeo è stato anche spazio adibito a concerti di musica classica e
jazz.
“L’Oratorio di San Bartolomeo è il più antico edificio cittadino, sorto nel corso del XVI
secolo. L’impegno di noi Amministratori è quello di rivitalizzare e rendere nuovamente al
centro delle iniziative culturali cittadine questo che è uno dei luoghi storici più importanti
della città. Con le sue decorazioni trompe l’oeil è una cornice ideale per mostre ed eventi
culturali. Consapevoli del valore della cultura e degli ideali che essa porta con sé,
invitiamo tutti i cittadini, e non solo, a votare per San Bartolomeo come luogo del cuore FAI” così intervengono il Sindaco Maurizio Oddone e l’Assessore ai Beni Culturali Alessia
Zaio
L’edificio
La chiesa di Santa Caterina, oggi oratorio di San Bartolomeo, è il più antico edificio di
Valenza eretto entro i confini di quella che era la città medioevale. La chiesa, a pianta
ottagonale con due piccole cappelle laterali e un cortiletto recintato, fu costruita su
commissione delle monache benedettine nel 1584. La costruzione doveva essere in
origine collegata al vicino monastero benedettino di cui la nobile famiglia De Cardenas era
patrona. La chiesa fu edificato da un maestro della famiglia Pannizzari, molto nota
all’epoca a Valenza per aver contribuito nel corso del ‘600 all’edificazione del Duomo
cittadino di Santa Maria Maggiore. Nel 1802 quando, sotto spinte riformiste, il monastero
benedettino fu soppresso, la chiesa passò sotto il controllo della confraternita di San
Bartolomeo. Nel 1840 l’oratorio subì alcuni interventi di riqualificazione e fu interamente
ridipinto dall’intervento di Francesco Gabetta, artista proveniente probabilmente dalla
vicina Lombardia, che impreziosì l’edificio con un’imponente decorazione pittorica trompe
l’oeil che finge un’architettura neogotica in stile troubadour. Contestualmente alla
riqualificazione dell’edificio, in facciata, fu collocato un pregevole portale in cotto
proveniente dalla chiesa cittadina di San Francesco, andata distrutta nel 1858. Dell’antica
chiesa di Santa Caterina si conservano ancora alcuni messali datati al ‘600 e alcuni fregi e
formelle in cotto.

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